Chiesa SS Apostoli Pietro e Paolo

La chiesa parrocchiale di Arce, Arcipretale e Collegiata, dedicata ai Santi Apostoli Pietro e Paolo, fu edificata tra il 1702 e il 1744.

Il complesso architettonico si erge maestoso sullo spazio antistante, divenendo il vertice in cui si incontrano o convergono linee e direttrici del contesto urbano circostante; oltre ad essere un riferimento concreto l’edificio si porsi come massimo esempio dell’operosità cittadina.

La chiesa presenta una pianta a croce greca che ha origine dall’intersezione del transetto e della navata aventi la medesima lunghezza. L’elevato, la cui massima altezza raggiunge i 25 metri, termina centralmente con un tiburio poligonale che copre la cupola interna. La posizione avanzata dei due campanili, posti in facciata, li rende partecipi del movimento sinuoso della stessa: una soluzione questa di evidente gusto barocco, avente il fine di annullare l’ortogonalità delle linee architettoniche e alleggerire i volumi, in una sorta di deformazione del prospetto.

L’epoca di costruzione è attestata da un’iscrizione presente nell’abside e la data della consacrazione è il 17 dicembre 1744, Vescovo diocesano S.E. Mons. Antonio Spadea.

La tradizione vuole che fosse stata costruita con il lavoro spontaneo di tutta la popolazione in luogo di una chiesa parrocchiale preesistente intitolata a S. Pietro. All’interno vi si conservano dipinti e stucchi di pregio eseguiti tra il XVIII e XIX secolo.

L’attuale complesso architettonico domina piazza Umberto I (si trova a 245,46 metri s.l.m.); ha una superficie di 540 mq, una cupola alta 24 metri e una capienza di 1500-1800 persone.

L’interno della chiesa è completamente decorato con pitture, marmorizzazioni, stucchi e dorature. I dipinti più antichi sono quelli compresi entro la superfice delimitata in alto dal primo cornicione. In occasione degli interventi di restauro del 1910 fu completata la decorazione degli interni, epoca in cui il parroco era Don Giuseppe Marrocco e Vescovo diocesano S.E. Mons. Antonio Maria Jannotta.

All’esterno, vicino all’ingresso secondario, è installata la prima delle sette edicole dedicate ai Dolori di Maria; poste nel 1969, le effigi si snodano lungo il percorso di via Manfredi fino a raggiungere la Chiesa di S. Maria dello Sperone. In prossimità dell’ingresso secondario, lungo il cantonale esterno, in basso è posta una pietra di epoca romana recante la seguente iscrizione:

L. OCTAVIO L. F. ROM / OCTAVIAE L. L. QUARTAE / VIVENT

che sta a significare: “Lucio Ottavio figlio di Lucio della Tribù Romilia ed Ottavia Quarta liberta di Lucio fecero per sé il sepolcro mentre erano vivi”.

Altra iscrizione è posizionata circa a circa metà altezza del campanile di destra:

… ULLOMAL. L. SER / … LARGURUS. ET ARISTO / … MAI. LIB. DANT

di questa, avvistata solo nell’estate del 1995, se ne sta studiando il significato.

In facciata, al di sopra il portone principale, si possono ammirare due frammenti di sculture altomedioevali. I reperti, entrambi in marmo bianco, sono riconducibili al settore di sinistra di un arco di ciborio ed a un frustulo di lastra non meglio identificabile. Il primo frammento, decorato a basso rilievo, presenta un pavone posto alla sinistra di una croce: quest’ultima occupava la parte centrale dell’intero manufatto che, in maniera speculare, prevedeva la presenza di un pavone anche sul lato destro di cui resta comunque visibile la testa. Anche il secondo frammento, mutilo nella parte inferiore, ripete un motivo assai comune nell’alto medioevo: l’intreccio a bande bisolcate. Questi due reperti verosimilmente appartengono ad una fase precedente l’attuale chiesa databili tra VIII e il IX secolo.

Al momento della consacrazione la chiesa non aveva campanili: il più antico, quello di sinistra, è stato completato solo nel 1819, come si può evincere dall’iscrizione presente nella chiave di volta della finestra campanaria superiore. Il campanile gemello di destra è stato costruito nel 1954.

Nel campanile più antico è anche installato l’orologio pubblico realizzato dalla ditta Curci di Napoli nel 1896 e avente un diametro di 2,60 metri; esso funzionava con un sistema di pesi ma nel 1986 tale sistema è stato sostituito da un meccanismo elettronico.

Nel 1988, in occasione dell’Anno Mariano, sul sagrato della chiesa venne posta la Madonna dell’Ulivo, opera realizzata dall’artista locale Fausto Grossi e dall’architetto Rocco Cedrone.

 Nel 1993 furono installate nelle logge inferiori dei campanili due statue in bronzo dei titolari della parrocchia realizzate dallo scultore Claudio Traversi; nella loggia di sinistra San Pietro in quella di destra San Paolo.

Fonti bibliografiche

E.M. Beranger, Due frammenti inediti altomedievali nel territorio di Arce dal 1818 incluso nella diocesi di Sora, Aquino e Pontecorvo, in “Rivista Cistercense” n.15, Casamari 1998

P. Cayro, Storia sacra e profana d’Aquino e sua diocesi, libro I, Napoli 1808 (ristampa anastatica, Pontecorvo 1981)

F. Corradini, …di Arce in Terra di Lavoro, Arce 2004

F. Corradini, G. Lützenkirchen, G. Violetta, S. Eleuterio nella tradizione arcese, in Il culto dei santi nel Lazio meridionale tra storia e tradizioni popolari, Anagni 1996

R. Fraioli, Memorie di un paese. Le immagini di Arce nella “filigrana” della storia, Montecassino 2005

G.G. Grossi, Lettere istoriche-epigrafiche e scientifiche illustrative delle antiche città de’ Volsci indi Lazio nuovo, vol.II, Napoli 1816

V. Tavernese, Storia e leggenda di un santo e del suo santuario, Isola del Liri 1979

G.A. Violetta, Sant’Eleuterio. Storia, fede e leggenda, Arce 2021

Parish Church S.S. Apostles Peter and Paul (18th century)

Arce, Umberto I square

The parish church of Arce, Archpriest and Collegiate, dedicated to the Holy Apostles Peter and Paul, was built between 1702 and 1744.

The architectural complex stands majestically on the space in front, becoming the vertex where lines and directions of the surrounding urban context meet or converge; in addition to being a concrete reference, the building is a prime example of the city’s industriousness.

The church has a Greek cross plan that originates from the intersection between the transept and the nave having the same length. The elevation, whose maximum height reaches 25 meters, ends centrally with a polygonal lantern that covers the internal dome. The advanced position of the two bell towers, placed on the façade, makes them partakers of the sinuous movement of the same: a solution of evident Baroque taste, with the aim of canceling the orthogonality of the architectural lines and lightening the volumes, in a sort of deformation of the prospectus.

The time of construction is attested by an inscription in the apse and the date of consecration is 17 December 1744, Diocesan Bishop H.E. Mons. Antonio Spadea.

The Tradition wants that it was built with the spontaneous work of the entire population in place of a pre-existing parish church dedicated to St. Peter. Inside there are valuable paintings and stuccos made between the eighteenth and nineteenth centuries.

The actual architectural complex dominates Piazza Umberto I (located at 245.46 meters above sea level); it has an area of 540 square meters, a dome 24 meters high and a capacity of 1500-1800 people has been completely decorated with paintings, marbling, stucco and gilding. The oldest paintings are those included within the surface delimited at the top by the first cornice. On the occasion of the restoration work in 1910, the interior decoration was completed, at the time there were the parish priest Don Giuseppe Marrocco and diocesan Bishop S.E. Mons. Antonio Maria Jannotta.

Outside, near the secondary entrance, the first aedicules dedicated to the Sorrows of Mary is installed; placed in 1969, the effigies wind their way along via Manfredi until they reach the Church of S. Maria dello Sperone. Near the secondary entrance, along the external cantonal, at the bottom there is a stone from the Roman era bearing the following inscription:

L. OCTAVIO L. F. ROM / OCTAVIAE L. L. QUARTAE / VIVENT

which means: “Lucio Ottavio son of Lucio of the Romilia Tribe and Octavia Fourth freedom of Lucio made the sepulcher for themselves while they were alive”.

Another inscription is located about halfway up the right bell tower:

… ULLOMAL. L. SER /… LARGURUS. ET ARISTO /… NEVER. LIB. DANT

of this, sighted only in the summer of 1995, its meaning is being studied.

On the facade, above the main door, you can admire two fragments of early medieval sculptures. The remains, both in white marble, can be traced back to the left sector of an arch of a ciborium and to a slab that cannot be better identified. The first fragment, decorated in low relief, presents a peacock placed to the left of a cross: the latter occupied the central part of the entire artifact which, in a mirror image, provided for the presence of a peacock also on the right side of which remains however head visible. Even the second fragment, mutilated in the lower part, repeats a very common motif in the early Middle Ages: the intertwining of bisolcate bands. These two remains probably belong to a phase prior to the current church dating between the eighth and ninth centuries.

At the time of the consecration, the church had no bell towers: the oldest, the one on the left, was only completed in 1819, as can be seen from the inscription on the keystone of the upper bell window. The twin bell tower on the right was built in 1954.

In the oldest bell tower there is also installed the public clock made by the Curci company of Naples in 1896 and having a diameter of 2.60 meters; it worked with a system of weights but in 1986 this system was replaced by an electronic mechanism.

In 1988, on the occasion of the Marian Year, the Madonna dell’Ulivo was placed in the churchyard, a work created by local artist Fausto Grossi and architect Rocco Cedrone.

 In 1993, two bronze statues of the owners of the parish made by the sculptor Claudio Traversi were installed in the lower loggias of the bell towers; in the loggia on the left San Pietro in the one on the right San Paolo.

Église Paroissiale S.S. Apostoli Pietro et Paolo (XVIII sec)

Arce, Place Umberto 1er

L’église paroissiale d’Arce, Arcipretale et Collegiata, dédiée aux Saints Apostoles Pietro et Paolo, a été construite entre 1702 et 1744.

Ce majestueux complexe architectural s’érige à l’avant de la place, devenant le sommet où convergent les lignes directrices du contexte urbain environnant.

Outre qu’il s’agit d’une référence concrète, le bâtiment est un exemple de l’activité urbaine.

L’église présente une flèche en croix grecque qui symbolise l’intersection du transept et de la nef ayant la même longueur.

Le sommet, dont la hauteur maximale atteint 25 mètres, se termine centralement par un tiburium polygonal couvrant le dôme interne.

Vue de face, la position avancée des deux clochers les fait participer au mouvement sinueux de la clochette : Ce goût baroque ayant pour but d’annuler l’orthogonalité des lignes architecturales et d’alléger les volumes, en une sorte de déformation de la perspective.

L’époque de construction est attestée par une inscription présente dans l’abside et la date de la consécration est le 17 décembre 1744 par l’évêque du diocèse S.E. Monseigneur Antonio Spadea.

La tradition veut qu’elle ait été construite avec le travail spontané de toute la population sur le lieu d’une église paroissiale préexistante appelée S. Pierre.

Des peintures et des décorations de valeur réalisées entre le XVIIIe et le XIXe siècle y sont conservés.

Le complexe architectural actuel domine la place Umberto 1er (à 245,46 mètres au-dessus du niveau des mers); avec une surface de 540 m² et un dôme de 24 mètres de haut, il a une capacité d’accueil de 1500 à 1800 personnes.

L’intérieur de l’église est entièrement décoré de peintures, de marbrures, de décorations et de dorures.

Les peintures les plus anciennes sont celles qui se trouvent au-dessus de la première  corniche.

La décoration intérieur a été achevée lors des interventions de restauration de 1910 Le curé était Don Giuseppe Marrocco et l’évêque du diocèse S.E. Monseigneur Antonio Maria Jannotta.

À l’extérieur, près de l’entrée secondaire, est installée le premier des sept kiosques consacrées aux douleurs de Marie.

En 1969, les effigies s’étalent le long de la route de Manfredi jusqu’à l’église de S. Maria dello Sperone.

À proximité de l’entrée secondaire, le long du canton extérieur, une pierre d’époque romaine est posée portant l’inscription suivante:

L. OCTAVIO L. F. ROM / OCTAVIAE L. L. QUARTAE / VIVENT

Cela signifie: “Lucio Ottavio, fils de Lucio de Tribu Romilia et Ottavia Quarta  ont fait pour Lucio cette sépulture de leurs vivants.”

Une autre inscription est placée à environ la moitié de la hauteur du clocher de droite:

ULLOMAL. L. SER / … LARGURUS ET ARISTO / … JAMAIS. LIB DK

cette inscription qui n’a été observée qu’en été 1995 fait toujours l’objet d’une étude.

Sur la façade, au-dessus de la porte principale, on peut voir deux fragments de sculptures du Haut Moyen Age.

 Ces deux objets en marbre blanc, laissent deviner la courbe d’un ciboire et une plaque qui n’est pas mieux identifiable.

Le premier fragment, décoré à faible relief, présente un paon placé à gauche d’une croix : cette dernière occupait la partie centrale de l’ensemble de l’artefact.

Nous supposons qu’il était prévu également la présence d’un paon sur le côté droit, car sa tête reste légèrement visible.

Le second fragment, mutile dans sa partie inférieure, laisse apparaitre un motif très répandu dans le haut moyen Age : un entrelac de cordons.

Ces deux objets appartiennent vraisemblablement à une période antérieure à l’actuelle église, daté entre le VIIIe et le IXe siècle.

Au moment de la consécration, l’église n’avait pas de clochers : le plus ancien, celui de gauche, n’a été achevé qu’en 1819, comme on peut le déduire de l’inscription présente dans la clé de voûte de la fenêtre supérieure. Le jumeau de droite a été construit en 1954.

Dans le campanile le plus ancien est également installé l’horloge publique réalisée par l’entreprise Curci de Naples en 1896. D’un diamètre de 2,60 mètres; il fonctionnait avec un système de poids, mais en 1986, ce système a été remplacé par un mécanisme électronique.

En 1988, à l’occasion de l’Année de célébration de la vierge Marie, la Madone d’Ulivo, œuvre réalisée par l’artiste local Fausto Grossi et l’architecte Rocco Cedrone, a été placée sur l’église.

 En 1993, deux statues en bronze, réalisées par le sculpteur Claudio Traverse, ont été installées dans les loges inférieures des clochers; dans la loge de gauche, St Pierre et dans celle de droite de St Paul.