Il termine dogana nasce nel medioevo, con etimo derivante dall’arabo “diwan” e indicante l’amministrazione pubblica e la tenuta dei libri contabili. Nel territorio di Arce il più antico edificio che svolse la funzione di dogana è la Torre di Campolato o “del pedaggio”, posta sul confine tra Regno di Napoli e Stato della Chiesa. Il “Diritto di Passo” era una gabella introdotta dai Normanni e veniva riscossa in un luogo dove vi era un ostacolo naturale o un passaggio obbligato (un ponte o un traghetto). Le gabelle erano riscosse dai feudatari che ne facevano una fonte di entrata per le loro casse. Nel 1471 Ferdinando I d’Aragona introdusse una norma che imponeva l’affissione nei punti di riscossione di una pandetta: una pietra con incise le tariffe. Il contenimento alla proliferazione dei passi ebbe luogo con la salita al trono di Carlo di Borbone nel 1734. Nel 1792 il diritto di passo fu abolito. I Borbone e successivamente i francesi attuarono una riforma amministrativa del Regno (dal 1816 Regno delle Due Sicilie): si tentò la stabilizzazione del confine di terra con la sistemazione delle dogane. La nuova politica doganale si basava sul principio mercantilistico di agevolare al massimo le esportazioni di beni prodotti nel Regno e ridurre i dazi alle materie prime necessarie alle industrie nazionali. Con la riforma del 1823 venne introdotto il sistema delle Regìe, in base al quale la riscossione dei dazi doganali era data in appalto, con lo scopo di assicurare all’Erario entrate fisse. Tale sistema terminò nel 1846 con l’entrata in vigore di un decreto che riduceva il valore dei dazi, rendendo poco conveniente la gestione per gli appaltatori. Alla carta topografica delle dogane del 1817 una disposizione del 1824 distingueva le Dogane del Litorale dalle Dogane della Frontiera di Terra: quest’ultime erano divise in due classi: I – d’importazione non limitata; II – d’importazione limitata a merci non tassabili oltre i 12 ducati. Con Real Decreto del 1824 vennero istituite le due Dogane di II classe presenti nel Comune di Arce, a Isoletta e a Collenoci: quest’ultima nel 1831 fu trasferita a Borgo Murata divenendo di I classe. L’edificio di Collenoci restò Dogana di “Manifesti”.
Le imposte indirette del Regno di Napoli erano l’Arrendamento e i Dazi Doganali: quest’ultimi erano tributi che colpivano le merci importate, esportate e in transito. I dazi potevano classificarsi in Fiscali e Protettivi: i primi avevano lo scopo di incrementare le entrate dello Stato, i secondi erano diretti a ostacolare l’ingresso di merci per un’adeguata protezione dell’industria nazionale.
Bibliografia
A. Farinelli, Le dogane di confine tra Stato Pontificio e Regno delle Due Sicilie, Ed. Kirke, Avezzano, 2020
F. Corradini, …di Arce in Terra di Lavoro, Arce 2004