Il cammino dell’antica frontiera è un percorso che si sviluppa nel territorio comunale di Arce, lungo lo storico confine tra il Regno delle Due Sicilie e lo Stato Pontificio. Il fruitore è accompagnato alla scoperta dei luoghi che caratterizzano i territori di frontiera: cippi di confine, dogane, vicende storiche di prim’ordine, storie popolari, tradizione e bellezza del paesaggio.
Arce e la media valle del Liri per secoli sono venute a trovarsi a ridosso di un confine territoriale in parte delineato da una barriera naturale costituita dal corso d’acqua di maggior portata del basso Lazio: il fiume Liri.
Risale al IV secolo a.c. la prima demarcazione territoriale di questa regione; il trattato tra romani e sanniti stabiliva le aree di influenza dei due popoli: i primi alla destra del fiume Liri, i secondi alla sinistra.
In epoca altomedievale (702 d.c.) allorché i Longobardi di Benevento conquistando Arce, Arpino e Sora, posero ancora una volta al fiume Liri il confine tra il loro ducato e i territori bizantini del papato.
Il confine settentrionale del Regno rimase inalterato per oltre 700 anni: dal 1130 con la creazione del Regno normanno di Sicilia, divenuto Regno di Napoli con gli angioini e Regno delle Due Sicilie con i Borbone, fino al fino al 1861.
Dal 1861 (Unità d’Italia) il fiume Liri e il territorio di Arce continuarono ad essere confine di Stato tra il Regno d’Italia e lo Stato Pontificio: con la conquista di quest’ultimo nel 1870, l’antico confine continuò a delimitare, a settentrione, la Provincia di Terra di Lavoro di cui Arce faceva parte.
“La frontiera che in Europa è durata più a lungo”
Georgina Masson