Nei pressi della Dogana di Colle noci ovvero a ridosso del confine tra Regno delle Due Sicilie e Stato Pontificio, il 27 maggio 1849 ebbe luogo uno scontro tra gli uomini della Guardia urbana di Arce e un contingente di soldati capeggiati da Giuseppe Garibaldi. Quest’ultimo si batteva sotto la bandiera della Repubblica Romana e sconfitte le truppe borboniche a Velletri, a capo di circa 4000 uomini oltrepassò i confini pontifici dirigendosi verso Arce. Entrato nel Regno delle Due Sicilie nei pressi della Dogana di Colle noci si scontrò con 114 arcesi della locale Guardia urbana, al comando di Nicola Grossi. Data la disparità delle forze in campo il combattimento durò poche ore e, avuta la meglio, Garibaldi e le sue truppe raggiunsero Arce, acquartierando in località Castello. A riguardo la storiografia narra della volontà del condottiero di proseguire verso Napoli nell’intento di rovesciare la monarchia Borbonica, consapevole di non incontrare opposizione armata dal momento che i borbonici, in rientro dalla campagna romana, percorrevano la via Appia. Nello stesso pomeriggio un dispaccio di Mazzini gli ordinava di fare ritorno a Roma. A malincuore il nizzardo obbedì, probabilmente inconsapevole che da Napoli un battaglione era in marciava verso Arce. Dopo lo scontro Nicola Grossi riparò ad Atina, da dove inviò all’Intendente di Caserta un dettagliato rapporto sull’accaduto. Il destino di Nicola, fervente sostenitore del sovrano borbonico, ebbe l’esito dei vinti del risorgimento: il 19 dicembre 1862 fu arrestato per cospirazione contro il neonato Stato Unitario.
Bibliografia
F. Corradini, …di Arce in Terra di Lavoro, 2004