Isoletta

Il territorio ove sorge Isoletta presenta elementi di notevole rilevanza storica e antropologica in cui la specificità dell’ambiente naturale lacustre è stato per secoli il palcoscenico di eventi e vicende di prim’ordine. L’importanza acquisita da questa regione della media valle del Liri va posta in connessione con il ruolo svolto da peculiari fattori orografici e ambientali che hanno condizionato sin dall’età preistorica la presenza dell’uomo: ne sono testimonianza i ritrovamenti di manufatti su osso e litici (choppers, raschiatoi) e da resti di fauna (elefante, rinoceronte, lupo, cervo, daino) risalenti al paleolitico inferiore, conservati nel Museo Preistorico di Pofi. Lo stanziamento in questa porzione di territorio va messa in relazione al fiume Liri, corso d’acqua di maggior portata della zona e demarcazione territoriale naturale.

Posto a delimitazione dell’area di influenza romana da quella sannitica, nel IV secolo a.c. il corso del fiume Liri percorreva l’agro della colonia di Fregellae, fondata sul pianoro di Opri a seguito dell’espansione romana; la città era attraversata dalla via Latina che collegava Roma a Capua. Questo tracciato viario manterrà la sua importanza anche nei secoli successivi; superato il fiume Liri la via Latina poco più a sud attraversava Fabrateria Nova, edificata dopo la distruzione della rivoltosa Fregellae nel 125 a.c. Il periodo di instabilità conseguito alla caduta dell’impero romano vede anche questa regione attraversata da eserciti volti a contendere al papato i territori della penisola. Nel 702 i Longobardi avanzando da sud portano ancora una volta il confine dei loro domini fino al Liri, mettendo termine a un periodo di turbolenze. Da quest’epoca storica tale limes avrà una durata secolare: il fiume Liri marcherà il confine di stato fino al 1870. Militarmente strategico, il territorio di Isoletta era ricompresa tra due anse del fiume Liri; l’Insula era un luogo ben difendibile e idoneo al controllo del ponte e dei tracciati viari diretti a sud. Intorno a questo presidio e al castello sorse l’abitato di Insula Pontis Solarati che nel corso del medioevo ebbe una propria identità. Nel 1046 la località fu aggregata da Riccardo I al patrimonio dei conti d’Aquino. In quest’area avevano possedimenti terrieri i conti di Ceccano e l’abbazia di Montecassino. Nel 1139 le truppe del papa Innocenzo II in guerra contro il re di Sicilia Ruggero d’Altavilla distrussero Isoletta “porta” del Regno di Sicilia. Con la parentela stabilitasi fra i D’Aquino e i da Celano l’abitato entrò a far parte delle proprietà di quest’ultimi, nel periodo in cui la famiglia abruzzese era all’apice del suo prestigio politico ed economico. Il secolare contrasto tra i regnanti e il papato si ripropose anche in epoca sveva, coinvolgendo il territorio di Isoletta; il castello, difeso da Atenolfo Balzano, venne preso con la forza il 18 gennaio 1229 dalle truppe pontificie “Chiavisegnate”, intente ad invadere il Regno di Sicilia, negli anni che videro lo scomunicato Federico II di Svevia impegnato nella crociata in Terra Santa.  La reazione non si fece attendere e nell’aprile dello stesso anno Stefano di Anglona, giustiziere di Terra di Lavoro riconquistò l’Isola di Ponte Solarato. Con l’inatteso ritorno dell’imperatore nel giugno del 1229 furono avviate le trattative per giungere a una pace con il papa. Il 28 agosto 1230 nella cappella di S. Giusta ad Isoletta, Giovanni vescovo di Sabina assolse Federico II dalla scomunica. Negli anni successivi l’imperatore avviò un’opera di ristrutturazione militare del Regno, rivolgendo particolare attenzione alle fortezze e ai passi di confine. I contrasti con il papa si riaccesero nel 1239, anno in cui fu emessa la seconda scomunica. In previsione di uno scontro militare, nel giugno del 1240 il sovrano si accampò con le sue truppe presso l’Insula Pontis Solarati, dalla quale si preparava ad invadere la campagna romana. L’anno successivo la morte del papa Gregorio IX pose temporaneamente fine alle ostilità. Il cronista Riccardo da S. Germano riferisce che nell’anno 1242 Federico II ordinò la costruzione di una città fortificata sul pianoro di Opri presso Isoletta. La città chiamata Cittanova o Flagella fu abitata da uomini di Isoletta, S. Giovanni Incarico e Pastena. Per volontà di Leonardo Della Rovere divenuto duca di Sora e Arce nel 1469 venne ampliata la precedente struttura militare e riadattato il castello (esistito fino agli anni ’30 del ‘900). Per un breve periodo il territorio fu sotto l’amministrazione del duca Guglielmo di Croy, per poi essere acquisito dai Boncompagni nel 1580. In questo periodo alla probabile impraticabilità del ponte sul Liri di epoca romana conseguì l’intensificarsi dei rapporti tra Isoletta e Arce. Sotto il ducato dei Boncompagni Isoletta fu oggetto di interventi atti a rivitalizzare le attività economiche locali; furono costruite abitazioni per i coloni, tutt’oggi riconoscibili e nei primi decenni del ‘700 fu edificata la chiesa intitolata a S. Maria della Vittoria. Nel 1796 con la reintegra del ducato di Sora e Arce nei beni demaniali, i Borbone trasformarono il castello di Isoletta in una fortezza e dogana di confine; nll’800 borbonico fu costruita la via rotabile Civita Farnese (1855) che in 47 Km, realizzati in soli due anni, collega tutt’oggi Arce a Itri. Tale via fu definita “un vero e proprio gioiello” di tecnica ingegneristica napoletana, in quanto nonostante attraversi territori montuosi in nessun tratto supera la pendenza del 5%. Il tracciato viario fu completato definitivamente nel 1858 con la costruzione di un ponte in muratura che collegava la sponda di Isoletta con quella di S. Giovanni Incarico. Posto sul confine settentrionale del Regno, il ponte presentava cinque archi inframmezzati da quattro piloni, ciascuno dei quali era attraversato da un’apertura a forma di giglio i cui contorni lapidei, ben delineati, si stagliavano sul fondo rossastro della muratura; alla forte connotazione simbolica e rappresentativa si aggiungeva un alto valore estetico. Nel corso dell’ultimo conflitto mondiale il ponte, minato dalle truppe tedesche in ritirata, fu fatto saltare il 25 maggio 1944. Con la proclamazione del Regno d’Italia nel 1861 la valle del Liri fu interessata dal fenomeno del brigantaggio per la cui repressione la nuova entità statale dispiegò numerose forze militari. Il castello di Isoletta, presidiato da diciotto soldati, l’11 novembre 1861 fu attaccato da circa 400 insorgenti anti unitari capeggiati dal sorano Luigi Alonzi detto Chiavone. Nello scontro che ne seguì rimasero vittime otto soldati piemontesi e quattro insorgenti: quest’ultimi si impossessarono del castello dal quale poco dopo furono respinti.

Fonti bibliografiche

P. Cayro, Storia sacra e profana d’Aquino e sua diocesi, libro I, Napoli 1808 (ristampa anastatica, Pontecorvo 1981)

F. Coarelli, Fregellae, 1981

F. Coarelli e P.G. Monti, Fregellae. 1. La storia, la città, il territorio, 1998

G. Colasanti, Il passo di Ceprano sotto gli ultimi Hohenstaufen, (Ristampa anastatica, Ceprano 2003)

F. Corradini, …di Arce in Terra di Lavoro, Arce 2004

R. Fraioli, Memorie di un paese. Le immagini di Arce nella “filigrana” della storia, Montecassino 2005

G.G. Grossi, Lettere istoriche-epigrafiche e scientifiche illustrative delle antiche città de’ Volsci indi Lazio nuovo, vol.II, Napoli 1816

G. Sacchetti, Storia e cronaca di Isoletta, Borgo S. Dalmazzo 1957

ISOLETTA Historical notes

The territory where Isoletta stands has elements of considerable historical and anthropological importance in which the specificity of the natural lake environment has been for centuries the stage of important events. The importance acquired by this region of the middle valley of the Liri must be placed in connection with the role played by peculiar orographic and environmental factors that have conditioned the presence of man since the prehistoric age: the findings of artefacts on bone and stones (choppers, scrapers) and from the remains of fauna (elephant, rhinoceros, wolf, deer, fallow deer) dating back to the lower Palaeolithic, preserved in the Prehistoric Museum of Pofi. The allocation in this portion of the territory must be placed in relation to the Liri river, the largest watercourse in the area and territorial demarcation. Placed to delimit the area of ​​Roman influence from the Samnite one in the 4th century BC. the course of the Liri river ran through the countryside of the colony of Fregellae, founded on the plateau of Opri following the Roman expansion; the city was crossed by the via Latina which connected Rome to Capua. This road layout will maintain its importance also in the following centuries; after crossing the Liri river, the via Latina a little further south crossed Fabrateria Nova, built after the destruction of the revolt Fregellae in 125 BC. The period of instability that fell to the fall of the Roman Empire also saw this region crossed by armies aimed at contending the territories of the peninsula with the papacy. In 702 the Lombards, advancing from the south, once again brought the border of their domains up to the Liri, putting an end to a period of turbulence. From this historical period this limes will have a centuries-old duration: the Liri river will mark the state border until 1870.

Militarily strategic, the Isoletta territory was included between two bends of the Liri river; the Insula was a well defensible place and suitable for the control of the bridge and of the roads leading to the south. The town of Insula Pontis Solarati arose around this garrison and the castle, which during the Middle Ages had its own identity. In 1046 the locality was aggregated by Richard I to the patrimony of the Counts of Aquino. The Counts of Ceccano and the Abbey of Montecassino had landed possessions in this area. In 1139 the troops of Pope Innocent II in war against the king of Sicily Ruggero d’Altavilla destroyed Isoletta “door” of the Kingdom of Sicily. With the kinship established between the D’Aquino and the da Celano families, the town became part of the latter’s properties, in the period in which the Abruzzese family was at the height of its political and economic prestige. The centuries-old contrast between the rulers and the papacy also reappeared in the Swabian period, involving the territory of Isoletta; the castle, defended by Atenolfo Balzano, was taken by force on 18 January 1229 by the papal troops “Chiavisegnate”, intent on invading the Kingdom of Sicily in the years that saw the excommunicated Frederick II of Swabia engaged in the crusade in the Holy Land. The reaction was not long in coming and in April of the same year Stefano di Anglona, ​​executioner of Terra di Lavoro, reconquered the island of Ponte Solarato. With the unexpected return of the emperor in June 1229, negotiations were begun to reach peace with the pope. On 28 August 1230 in the chapel of S. Giusta in Isoletta, John the bishop of Sabina absolved Frederick II of excommunication.

In the following years, the emperor began a military restructuring of the Kingdom, paying particular attention to the fortresses and border passes. The disputes with the pope were rekindled in 1239, the year in which the second excommunication was issued. In anticipation of a military confrontation, in June 1240 the sovereign encamped with his troops at the Insula Pontis Solarati, from which he was preparing to invade the Roman countryside. The following year, the death of Pope Gregory IX temporarily put an end to hostilities. The chronicler Riccardo da S. Germano reports that in 1242 Frederick II ordered the construction of a fortified city on the plateau of Opri near Isoletta. The city called Cittanova or Flagella was inhabited by men from Isoletta, S. Giovanni Incarico and Pastena. By the will of Leonardo Della Rovere, who became Duke of Sora and Arce in 1469, the previous military structure was enlarged and the castle adapted (which existed until the 1930s). For a short time the territory was under the administration of Duke William of Croy, only to be acquired by the Boncompagni in 1580. In this period, the probable impracticability of the Roman bridge over the Liri resulted in the intensification of relations between Isoletta and Arce. Under the duchy of Boncompagni Isoletta was the subject of interventions aimed at revitalizing local economic activities; Houses were built for the settlers, still recognizable today, and in the early decades of the 1700s the church dedicated to S. Maria della Vittoria was built. In 1796, with the reinstatement of the Duchy of Sora and Arce in state property, the Bourbons transformed the Isoletta castle into a fortress and border customs house; In the 19th century the Civita Farnese roadway was built (1855) which in 47 km, built in just two years, still connects Arce to Itri today.

This route was defined as “a real jewel” of Neapolitan engineering technique, as although it crosses mountainous areas in no stretch it exceeds the slope of 5%. The road layout was definitively completed in 1858 with the construction of a masonry bridge that connected the shore of Isoletta with that of S. Giovanni Incarico. Located on the northern border of the Kingdom, the bridge had five arches interspersed with four pillars, each of which was crossed by a lily-shaped opening whose stone contours, well defined, stood out against the reddish background of the masonry; a high aesthetic value was added to the strong symbolic and representative connotation. During the last world war, the bridge, mined by the retreating German troops, was blown up on 25 May 1944. With the proclamation of the Kingdom of Italy in 1861, the Liri valley was affected by the phenomenon of banditry for which the new state entity deployed numerous military forces. Isoletta castle, manned by eighteen soldiers, was attacked on 11 November 1861 by about 400 anti-unitary insurgents led by the Sorano Luigi Alonzi known as Chiavone. In the ensuing clash, eight Piedmontese soldiers and four insurgents were killed: the latter took possession of the castle from which they were soon rejected.

ISOLETTA

Le territoire où se dresse Isoletta présente des éléments d’une importance historique et anthropologique considérable dans lequel la spécificité de l’environnement naturel lacustre a été pendant des siècles le théâtre d’événements et d’événements de premier ordre. L’importance acquise par cette région de la vallée moyenne du Liri doit être mise en relation avec le rôle joué par des facteurs orographiques et environnementaux particuliers qui ont conditionné la présence de

l’homme depuis l’âge préhistorique: ses découvertes d’objets sur os et lytiques (choppers, grattoirs) et de restes de faune (éléphant, rhinocéros, loup, cerf, cerf) datant du paléolithique inférieur,  conservés au Musée préhistorique de Pofi. Le crédit dans cette partie du territoire doit être mis en relation avec le fleuve Liri, cours d’eau plus vaste de la zone et démarcation territoriale naturelle. 

Lieu de délimitation de la zone d’influence romaine de la zone sannitique, au IVe siècle av. J.c. le cours de la rivière Liri parcourait l’agro de la colonie de Fregellae, fondée sur le plateau d’Opri à la suite de l’expansion romaine; la ville était traversée par la via Latina reliant Rome à Capua. Ce tracé de voie restera important même dans les siècles suivants; Après avoir traversé le fleuve Liri, la rue Latina, un peu plus au sud, traversait Fabrateria Nova, construite après la destruction de l’émeutier Fregellae en 125 a.c. La période d’instabilité de la chute de l’empire romain voit également cette région traversée par des armées visant à contester les territoires de la péninsule au papauté. En 702, les Longobardes avançant du sud portent une fois de plus la frontière de leurs domaines jusqu’au Liri, mettant fin à une période de turbulences. A partir de cette époque historique, ces limes auront une durée séculaire: le fleuve Liri marchera la frontière de l’État jusqu’en 1870. Militairement stratégique, le territoire d’Isoletta était compris entre deux criques du Liri; l’Insula était un lieu bien défendable et apte au contrôle du pont et des voies en direction sud. Autour de ce présidium et du château se dressa l’habitat d’Insula Pontis Solarati qui, au moyen age, avait sa propre identité. En 1046, la localité fut agrégée par Riccardo Ier au patrimoine des comptes d’Aquino. Dans cette zone, ils possédaient des terres les comptes de Ceccano et l’abbaye de Montecassino. En 1139, les troupes du pape Innocent II en guerre contre le roi de Sicile Ruggero d’Altavilla détruisirent Isoletta « porte » du Royaume de Sicile. Avec la parenté établie entre les D’Aquino et les Da Celano, l’habitat est entré dans les propriétés de ces derniers, à l’époque où la famille des Abruzzes était au sommet de son prestige politique et économique. Le contraste séculaire entre les souverains et la papauté se repliait également à l’époque souabe, impliquant le territoire d’Isoletta; le château, défendu par Atenolfo Balzano, fut pris de force le 18 janvier 1229 par les troupes pontificales « Chiavisegnate », destinées à envahir le royaume de Sicile, dans les années qui ont vu l’excommunié Frédéric II de Souabe engagé dans la croisade en Terre Sainte. La réaction ne s’est pas fait attendre et, en avril de la même année, Stefano di Anglona, justicier de Terra di Lavoro, a reconquis l’île de Ponte Solarato. Avec le retour inattendu de l’empereur en juin 1229, des négociations furent entamées pour parvenir à une paix avec le pape. Le 28 août 1230, dans la chapelle de S. Giusta à Isoletta, Jean-Évêque de Sabina acquitta Frédéric II de l’excommunication. Au cours des années suivantes, l’empereur a lancé un travail de restructuration militaire du Royaume, en accordant une attention particulière aux forteresses et aux passages frontaliers. Les contrastes avec le pape ont été relancés en 1239, année où la deuxième excommunication a été émise. En prévision d’un affrontement militaire, en juin 1240, le souverain campa avec ses troupes à l’Insula Pontis Solarati, d’où il se prépara à envahir la campagne romaine. L’année suivante, la mort du pape Grégoire IX a temporairement mis fin aux hostilités. Le chroniqueur Riccardo da S. Germano rapporte qu’en 1242, Frédéric II commandé la construction d’une ville fortifiée sur le plateau d’Opri près d’Isoletta. La ville appelée Cittanova ou Flagella était habitée par des hommes d’Isoletta, de S. Giovanni Incarico et de Pastena. Par la volonté de Leonardo della Rovere devenu duc de Sora et d’Arce en 1469, l’ancienne structure militaire fut agrandie et le château réaménagé (il existait jusqu’aux années 1930). Pendant une courte période, le territoire fut sous l’administration du duc Guillaume de Croy, avant d’être acquis par les Boncompagni en 1580. Pendant cette période, l’impraticabilité probable du pont sur le Liri de l’époque romaine a eu pour conséquence l’intensification des relations entre Isoletta et Arce. Sous le duché des Boncompagni Isoletta, il a fait l’objet d’interventions visant à revitaliser les activités économiques locales; Des logements ont été construits pour les colons, encore reconnaissables, et au début des années 700, l’église nommée S. Marie de la Victoire a été construite. En 1796, avec la réintégration du duché de Sora et d’Arce dans les biens démoniaux, les Bourbons transforment le château d’Isoletta en forteresse et douane frontalière; Dans les années 800, la voie roulante Civita Farnese (1855) a été construite et relie Arce à Itri en 47 km, réalisés en seulement deux ans. Cette voie a été qualifiée de « véritable joyau » de la technique d’ingénierie napolitaine, car bien qu’elle ne traverse aucun territoire montagneux, elle dépasse la pente de 5%.  Le tracé du viarium fut achevé définitivement en 1858 par la construction d’un pont en maçonnerie reliant la rive d’Isoletta à celle de S.Giovanni Incarico. Situé à la limite nord du Royaume, le pont comportait cinq arcs entrecoupés de quatre pylônes, chacun traversé par une ouverture en forme de lys dont les contours lapidaires, bien délimités, se dressaient sur le fond rougeâtre de la maçonnerie; à la forte connotation symbolique et représentative s’ajoutait une grande valeur esthétique.

Au cours du dernier conflit mondial, le pont, miné par les troupes allemandes en retraite, fut fait sauter le 25 mai 1944.

Avec la proclamation du Royaume d’Italie en 1861, la vallée du Liri fut affectée par le phénomène du brigandage dont la répression déployait de nombreuses forces militaires. Le château d’Isoletta, habité par dix-huit soldats, fut attaqué le 11 novembre 1861 par quelque 400 anti-unitaires dirigés par le sorcier Luigi Alonzi, dit Chiavone. Huit soldats piémontais et quatre insorgences ont été victimes dans l’affrontement qui a suivi, ces derniers s’empétant du château d’où ils ont été repoussés peu après.